Valutazione del rischio cancerogeno

La valutazione del rischio di esposizione ad agenti cancerogeni e/o mutageni spetta al datore di lavoro.

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La migrazione delle sostanze volatili dal suolo, dal sottosuolo e dalla falda in ambienti indoor e outdoor può alterare la qualità dell’aria indoor e/o outdoor. Le attività di monitoraggio e la valutazione dell’esposizione inalatoria sono le procedure idonee per quantificare il rischio e per individuare le misure necessarie a ridurre la presenza degli inquinanti nell’ambiente. L’inalazione di sostanze volatili provenienti dal suolo insaturo e/o dalle acque di falda in ambienti indoor, rispetto a quella outdoor, può essere considerata la modalità espositiva maggiormente critica per l’essere umano.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità(OMS)classifica i Composti Organici in 4gruppi (molto volatili, volatili, semivolatili, materiale particellare) in base ai punti di ebollizione.

Come si effettua la valutazione?

Occorre considerare e stimare:

  • le caratteristiche delle lavorazioni, loro durata e frequenza
  • i quantitativi di agenti cancerogeni/mutageni prodotti o utilizzati e la loro concentrazione
  • le diverse e possibili vie di assorbimento, compresa quella cutanea.

Per gli agenti cancerogeni e mutageni la valutazione del rischio deve essere molto attenta ed approfondita.

La valutazione del rischio di esposizione professionale dei lavoratori deve permettere la loro classificazione in:

  • lavoratori potenzialmente esposti: il valore di esposizione ad agenti cancerogeni e/o mutageni risulta superiore a quello della popolazione generale, solo per eventi imprevedibili e non sistematici
  • lavoratori esposti: il valore di esposizione ad agenti cancerogeni e/o mutageni potrebbe risultare superiore a quello della popolazione generale.

La conoscenza dei valori di riferimento è importante nel definire il limite inferiore cui si deve tendere quando si propongono misure preventive in un luogo di lavoro, e diventa fondamentale nel caso di sostanze per le quali non è scientificamente sempre corretto definire un valore soglia di tossicità, quali sostanze teratogene, mutagene o cancerogene. Nel caso di lavoratori che utilizzano sostanze a tossicità non nota, il lavoro non deve comportare alcun rischio aggiuntivo rispetto a quello derivante dall’esposizione ambientale e dalle abitudini di vita.
I risultati della valutazione del rischio devono essere riportati nel Documento di valutazione dei rischi (DVR).

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